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Isola Femminile

Una fluente energia amniotica pervade l’universo femminile di Lucia Tota. Un accostamento è inevitabile con la “LODOLETTA”, il “PASSERO SVENTATO”, quel modello che Henrik Ibsen nella sua descrizione impietosa in “Casa Bambola”; uno spettacolo della società borghese e la condizione femminile di fine ‘800. Persino commentare questa commedia era sgradito nei salotti della buona borghesia perchè l’ autore, nell’ epilogo, riscatta la subalternità nella natura femminile. La “Lodoletta” rivendica lucidamente la necessità di un proprio cammino e abbandona il ruolo in cui l’ avevano, per secoli, confinata.

Segue per così dire, una emancipazione virulenta e lo stereotipo dei nostri giorni. Mi chiedo, allora, se sia solo nostalgia diun mondo romantico l’ apprezzamento e l’ interesse del mondo femminile che Lucia Tota propone, o piuttosto, il riconoscimento di una seduzione rimasta intatta sotto una pelle camaleontica! Oggi il mondo, per lo meno quel lembo di occidente anoi noto, ostenta su piani puramente commerciali quell’ eros che avvampa e pretende i suoi rossori, riducendo l’ intrigo a scambi di convenienza. Quelle figure di Via del Moro, li dove incrocia a delta la Piazza del Poeta, riconducono, in una sorta di magma incandescente, a una consapevolezza di riposizionamento femminile. Gambe divaricate, corpi obesi, seguono l’ azzurro dell’ iride fortemente dilatato. Su questa dilatazione gioca l’artista; nella intenzione seduttiva di allargare i confini e le funzioni del proprio essere, connota il proprio corpo a struttura amebica. In questo processo tentacolare, e nella capacità di cogliere piani più specificatamente simbolici, si configura il risultato presente e prossimo di questo lavoro.

Pietrantonio Arminio, Artista e Critico.