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Isola Femminile

Isola Femminile

Una fluente energia amniotica pervade l’universo femminile di Lucia Tota. Un accostamento è inevitabile con la “LODOLETTA”, il “PASSERO SVENTATO”, quel modello che Henrik Ibsen nella sua descrizione impietosa in “Casa Bambola”; uno spettacolo della società borghese e la condizione femminile di fine ‘800. Persino commentare questa commedia era sgradito nei salotti della buona borghesia perchè l’ autore, nell’ epilogo, riscatta la subalternità nella natura femminile. La “Lodoletta” rivendica lucidamente la necessità di un proprio cammino e abbandona il ruolo in cui l’ avevano, per secoli, confinata. Vai all’articolo →

L’elogio dell’ abbondanza

L’elogio dell’ abbondanza

L’elogio dell’abbondanza di Lucia Tota.
In un recente articolo sul tema delle “carni debordantí” nell’arte del secolo scorso, Giorgio di Genova si chiedeva che risposta darebbero mille persone interrogate sull’attività di Fernando Botero e Domenico Rambelli. “Molti risponderebbero che il primo è un pittore e scultore, mentre la quasi totalità per il secondo, scuotendo la testa, confesserebbe ‘non so’. E questo a dispetto del fatto che Rambelli può essere considerato a pieno titolo come “il nonno di Botero, il quale ebbe per padre Antonio Bueno, dal quale ha attinto direttamente, quando studiava a Firenze, per le sue donne obese e gonfiate”. Vai all’articolo →

Sculture d’ Argilla

Sculture d’ Argilla

Difficile trovare nella miriade di segni prodotti dai più diversi cantieri artistici la perfetta letizia che sta nelle sculture d’argilla di Lucia Tota. E’ la grazia di essere fuori forma, fuori dalla forma di una società che a furia di estetizzare tutto ha finito per diventare intrinsecamente inestetica e anestetica. Siamo in un mar morto dove galleggiano una infinità di segni consunti e guasti prima ancora di essere consumato guastati dal tempo. Lucia Tota fa le sue sculture come le donne facevano il pane. La terra e la mano. A pensarci bene non c’è nulla di più essenziale. E questi due elementi in Lucia Tota si incontrano dando luogo a figure che portano un filo di ebbrezza, figure che testimoniano, come diceva Tolstoj, che la vita senza ebbrezza è ciurmeria, stupida ciurmeria. Vai all’articolo →